lunedì 31 maggio 2010

"Rincorri la tua anima gemella"


Questo il titolo della Strasingle 2010, che si terrà domenica prossima a Milano, corsa che si autodefinisce come la "prima maratona d'Europa dei single".
Che dire...non è una maratona! E' lunga solo cinque chilometri!
Come ho fatto a trovarla? Sono fidanzato da sei anni e non sono assolutamente in cerca di avventure, ma seguo il sito politicalscandalistico Affari Italiani, da cui ho tratto la notiziona.
Ciononostante se fossi single penso punterei tutto sulla parte più importante della gara: il Single Party delle ore 20,00!
Segnalo il commovente video dell'edizione 2008, è davvero pieno di perle.

martedì 25 maggio 2010

Socio ecological issues

Corro da un anno e ho quattro paia di scarpe da running usate nel ripostiglio. Oltre ad esserci un problema di spazio, siamo tutti portati a porci la fatal questione. Non mi riferisco all'amletico "essere o non essere", bensì al più triviale "che faccio, bbutto?". Infatti seppure l'inconscio vorrebbe farci credere che potremmo usare quelle scarpette simulacro di tanti ricordi per fare una passeggiata sul lungolago la domenica o per andare in campeggio l'estate prossima, è meglio ricondurre se stessi al raziocinio. Le scarpe vecchie sono vecchie e rimarranno nello sgabuzzino. Va bene, concediamocene un paio per falciare il prato, ma ne bastano appunto un paio, non mezza dozzina.
Perfetto, sottratto un paio a fine giardinaggio, avanzano ulteriori tre paia e non si è risolto molto.

Come al solito if you google (o gogol) a question you find an answer. Perché predere una decisione da solo quando google può prederla per te? Con una breve ricerca ho scoperto l'acqua calda, cioè che essendoci al mondo runner di lungo corso il problema se lo sono già posti in molti, moltissimi, ma per la verità più oltreoceano che qua.
I runner statunitensi a quanto pare hanno una valanga di opportunità creative per divertirsi con le proprie used sneakers: se sono poco usate (classico acquisto di scarpa sbagliata) possono mandarle in Africa a dei giovani Gebre, mentre se sono molto usate potrebbero comunque andar bene per situazioni limite come quella degli abitanti di Haiti o alla peggio potrebbero essere riciclate per la costruzione di piste di atletica e strade.
Insomma c'è un'ampia scelta, come testimoniano gli articoli su Runner's World e Run the Planet.
Naturale che in Italia si sia molto più indietro, perfino la Nike, che ricicla le scarpe per le piste d'atletica ci snobba, mentre è attiva, oltre che negli States, in Germania e Francia.
Non ho certo fatto una ricerca approfondita, ma da quanto mi risulta le opzioni italiane sono miseramente limitate a due: la raccolta indumenti della caritas ed il progetto della società Esosport, che ricicla le scarpe per riasfaltare le strade.
Sono un po' depresso, anche perché mi viene spontaneo fare due appunti alla raccolta Esosport.
Il primo riguarda i limitatissimi posti di raccolta (a Verona non c'è, ad esempio); il secondo riguarda il fine. Per sentire la mia coscienza di runner del tutto a posto mi piacerebbe donare i miei personali simulacri sapendo che finiscono in una pista d'atletica o in una palestra di una scuola, mentre non riesco ad adorare l'idea che finiscano in autostrada.
Come consumista afflitto da senso di colpa vorrei potermi sentire in armonia con la mia sensibilità ecologica e con i paesi più poveri facendo gesti che non mi costano nulla¹!!
Caspita Esosport, un po' di psico-marketing!
Morale: la Nike ha un buon consulente marketing.

Note: 1. Autoironia della mia/nostra società decadente.

La sofferenza del maratoneta

Ieri sera esordio stagionale con bici da corsa.
Si, tardi, ma d'altro canto non c'è mai tempo, pare che la giornata sia di 24 ore dicono, non saprei, io non sono mai stato forte in matematica.
Inforcando il mio cavallo d'acciaio temevo già le molteplici fatiche da prima uscita.
Così non è stato.
Grande stupore.
Quasi sgomento oserei dire.
Sono stati 37 km di puro orgoglio.
Pianura e salita, salita e pianura. Si faceva fatica, ma una fatica e una sofferenza nulle ed irrilevanti rispetto a quelle cui è abituato un percorritore di 42 km di corsa!
Ero già a conoscenza dei poteri benefici della corsa, ma ieri ne ho avuto ulteriore dimostrazione. Praticamente correre ci sta facendo diventare dei piccoli Terminator: inarrestabili, invincibili e senza sentimenti.
Non siamo ancora dei killer spietati, ma per questo c'è tempo.
A queste filosofiche conclusioni sono giunto in cima alla salita e l'ho comunicato gentilmente al mio compare a suon di parolacce. Lui pare ne fosse già edotto, io ero un passo indietro.
Arrivati sul cucuzzolo della montagna ("con la neve alta così") dalla felicità mi sono lacerato le vesti e, come da tradizione, ho percorso la discesa completamente privo di ogni indumento.
Emozioni uniche.

Imparare a soffrire fisicamente e psicologicamente grazie alle maratone è un dato che nessuno forse capirà mai fino in fondo, ma noi ora ci sentiamo pronti ad ogni mirabolante avventura.
Sportiva e lavorativa.
Con un unico comun denominatore: la nudità!

lunedì 24 maggio 2010

Come corre Macgyver

Ieri ore otto zero zero mi trovavo solitario sul lungadige per il previsto lungo veloce.
Colto da un guizzo di grande professionismo eseguivo scrupolosamente il riscaldamento, senza farmi mancare degli allunghi facili per sciogliere la gamba.
Tutto pronto: partenza!
Non avevo considerato un piccolo particolare. Galvanizzato dalle piogge primaverili mi ero abituato a correre a 16°/17°C, temperatura perfetta, mentre ieri si viaggiava sui 27°C, stando ben attenti a schivare cammelli e dromedari. Poco male, anche se già al terzo chilometro ero sciolto dal caldo e dovevo fermarmi a bere un té nella tenda di un gentile beduino, poi comunque proseguivo del mio ritmo.
A metà allenamento, nel punto di massima distanza dalla partenza ecco farsi vivo bussando all'uscio posteriore il nemico pubblico numero uno del runner. Lo sconforto assoluto stava per prevalere su di me, perché al copioso sudore dovuto al caldo si aggiungevano i sudorini freddi.
La situazione psicologica era davvero drammatica: mi trovavo pure nel punto più lontano possibile da una qualsiasi fonte d'acqua...pareva impossibile soddisfare uno qualsiasi degli impellenti bisogni primari.
Stordito dagli eventi e immaginando la mia morte, ripercorrevo mentalmente il film della mia vita, fino a quando non sono giunto al punto delle serie tv di fine anni ottanta. Prima l'A-Team e poi, come una fogorazione, Macgyver. Cos'avrebbe fatto San Macgyver al posto mio? Come si sarebbe opposto ai nemici cattivi che lo volevano morto? Si sarebbe salvato anche questa volta? La risposta è affermativa: si sarebbe salvato utilizzando la sua fantasia e il suo coltellino svizzero.
E così, dopo aver addocchiato un ameno boschetto mi ci avvicinavo furtivamente, per non essere scorto dai ciclisti in passaggio. Con ulteriore sgomento realizzavo di non avere fazzoletti e scoprivo che gli alberi in questione avevano foglie da 2 cm² di superficie. Inoltre, particolare interessante, il muschio dei tronchi non si sviluppava verso nord ma verso est. Alla disperata ricerca di una soluzione ecco, poco distante, un superbo albero di fico risplendente di luce propria, con le sue foglie di ampia dimensione e con i frutti ancora acerbi. Dopo aver reciso alcune foglie col coltellino svizzero, completamente in trance, mi addentravo nel bosco, per vincere e risorgere.
VICI, RESURREXI! Distrutto fisicamente e quasi disidratato, tornavo alla macchina senza pretese podistiche, ma rigonfio di onore per aver sconfitto il fato avverso.

venerdì 21 maggio 2010

Io non sono abbastanza intelligente, ma il prof. Wolfram si

Il professor Wolfram è uno dei più grandi esperti di sistemi computazionali.
Se volete spiegazioni a riguardo andate sul suo sito e cercate di capirci qualcosa, perché io non posso spiegarvi nemmeno a grandi linee il significato di "sistemi computazionali". Sicuramente sono gagliardi.
L'ultima fatica del prof. Wolfram è il famoso progetto Wolfram Alpha, che è poi ciò di cui voglio scrivere. Wolfram Alpha si autodefinisce come un "computational knowledge engine"(basta chiederglielo: digitate "what are you?").

Barbaramente parlando è un motore di ricerca che, mettendo insieme informazioni che trova sulla rete ed effettuando calcoli complessi, riesce a rispondere a delle domande svolgendo dei veri e propri ragionamenti.
Giusto per fare conoscenza potreste dirgli "nice to meet you" (piacere di conoscerti), oppure buttare lì il classico "how are you?": mettetelo alla prova con la vostra fantasia o semplicemente chidetegli le previsioni del tempo scrivendo "weather" (basta la parola, lui sa già dove vi trovate...).
Al di là degli aspetti demenziali che, sappiatelo, potrebbero rubare settimane della vostra vista, WA può anche essere utile e non solo per sapere il defict aunnuo della Repubblica Italiana.
E' noto che il runner deve imparare a fare i calcoli sui tempi facendo innumerevoli trasformazioni visto che le unità di tempo sono espresse in sessantesimi. D'ora in poi potrete buttare via il cervello e sostituirlo col vostro computational knowledge engine preferito.
Per esempio oggi sono curioso di sapere quale sarebbe la mia proiezione in maratona se corressi al ritmo di 3'40"/km (visto che ci siamo facciamo volare la fantasia).
Basta aver fatto la terza elementare e digitare:
(3minutes+40seconds)*42.195
risultato: 2 hours 34 minutes 42.9 seconds
Addio tabelle di riferimento!
Ancora più comodo calcolare i ritmi per le ripetute. Domanda: in quanto devo fare i 400m se devo tenere il ritmo di 3'32"/km?
(3minutes+32seconds)*0.4
risultato: 1 minute 24.8 seconds
Ho trovato il modo di archiviare il mio quattro in matematica!
Pensandoci bene, mi spaventa un po' sto Wolfram Alpha, allora gli chiedo "are you skynet?".

giovedì 20 maggio 2010

MSN

No, non voglio il vostro contatto per messenger.
Si tiene in questo periodo - il 19 giugno per la precisione - la Midnight Sun Marathon, vi trascrivo l'introduzione che si trova sul sito:
"Every year runners from more than 30 different countries meet in Tromsø to run in the Arctic under the midnight sun. Midnight Sun Marathon is held at night, but you still run in bright daylight. The pure feeling of the midnight sun in stunning surroundings is a major part of the reason why the race is a target for a great number of runners round the world"
Credo che il fascino di correre con il sole a mezzanotte in posti fantastici come la Norvegia basti da solo ad aggiungerla come obiettivo in un prossimo futuro.
E così faremo. Credo.
Se le svariate congiunzioni astrali me lo permetteranno, il prossimo anno la voglio fare. E qualcuno dei compari di corse sarà costretto a venire con me.
Anche solo la mezza magari.
A titolo informativo, infatti, comunico che è possibile partecipare a:
- marathon;
- halfmarathon;
- 10km race;
- 4.2km fun-run.
Quindi aperta a tutti. Belli e brutti.

mercoledì 19 maggio 2010

Post telegrafico

Perché corri?
Perche mi fa stare bene.

lunedì 17 maggio 2010

Ravenna - the run - 10 km


Giusto per non fermarci a un paio di maratone l'anno abbiamo deciso di andare verso l'infinito e oltre.
L'idea è quella di fare qualche garetta corta adesso che arriva la bella stagione.
La prima (e l'ultima?!?!?!) sarà questa a Ravenna: the run.
Carichi come sempre oggi iniziano gli allenamenti con il programma inviatomi dal buon vecchio Clodrunner.
Comunico a chi è interessato che sono fermo da 2-3 settimane (solo qualche corsetta sporadica) e sono già stato redarguito sempre dall'uomo-gazzella.
Ma porca miseria, 3 settimane fermo e le gambe girano male, il fiato cala e il fisico (già di dubbia forma prima) si affloscia.
Non è giusto, ma non ho scusanti.
Forse è anche colpa del Porchetta Disco Party: una festa organizzata da noi insieme ad altri amici, in cui 150 persone son state una sera intera a mangiare una porchetta da 25 kg -che abbiamo cucinato con tanto amore per 12 ore- 20 kg di mortadella e 10 kg di salame.
Grande stima va a MaxCappa che la mattina dopo questa mega abbuffata (in cui oltretutto si è bevuto LEGGERMENTE troppo) è andato a correre 10 km.
Il disagio che ha incontrato è stato epico a quanto pare, ma ormai anche lui sta dando prova al mondo del suo status di eroe e l'eroismo comporta responsabilità come ben sapete.
Mentre lui correva io con calma mi svegliavo e non resistevo alla tentazione di ricominciare a mangiare quegli ottimi panini con la mortazza!
Ora ci si da una regolata e si ricomincia!

domenica 16 maggio 2010

Cena Sociale Latin

Mi sembra giusto dedicare un intervento all'evento accaduto venerdì scorso al Tamburino Sardo di Custoza. La combriccola delle giovani matricole composta da Clod, Bia, le General, il sottoscritto e la mitica Enri ha inviato una rappresentativa all'evento mediatico più importante della nostra nuova società ludico/sportiva. La serata comincia male. Nonostante la mia convinzione di sapere la strada, mi perdo, e se non fosse per la comparsa del Mentore nel senso opposto al nostro, saremo in qualche campagna del Villafranchese.
Per quello che riguarda me e la mitica Enri, questa è la prima cena sociale Latin mentre per il Clod siamo al secondo round. Mano a mano che i Latin arrivano mi rendo conto che le facce sono le stesse che vedo in giro durante le uscite sul lung'adige e che quindi in sostanza tutti i veri corridori di Verona sono con noi.
A un'ora dall'arrivo, il ristorante era stato ormai completamente INVASO. La cena procede bene ma il bello arriva subito dopo il caffè.
Devo dire che l'idea che mi ero fatto su tutta la facenda Latin era quella di un gruppo di personaggi presi bene e che comunque non riuscissero ad attrarre veri e propri guru della corsa. Non so se essere più sconvolto di aver visto un uomo con 237 maratone all'attivo o di aver visto un ultra sessantenne che corre 42km in 3 ore e 30. Correre 3 maratone in 3 settimane mi sembra allucinante ma aver visto che a 50anni si può è comunque di ispirazione. La cosa che mi ha toccato di più è stato il racconto di un Latin che ha condiviso la sua esperienza di corsa nel deserto, quasi ci scappa la lacrima.
Da questa cena/incontro/sbronzata è venuto fuori che il nostro gruppo giovani corridori si occuperà di riprogettare il sito dell'associazione introducendo nuove funzionalità e nuove idee. La cosa, non ve lo nascondo, mi spaventa, ma allo stesso tempo nutro molte aspettative su quello che tireremo fuori dal cappello (sito attuale: http://www.latinmarathonlovers.it ).
Devo ricredermi riguardo a tutto quello che inizialmente pensavo dei Latin e ora sono fiero di farne parte. Il tocco di classe di regalare il cappellino ha chiuso in bellezza una bella serata passata con una buona compagnia di pazzi corridori nostrani.

mercoledì 5 maggio 2010

χαιρετε, νικωμεν

Forse nessuno se n'è accorto, ma se scorrete il blog, fino in fondo, troverete questa scritta.
È l'ultima frase che, nel 490 a.C., pronunciò Filippide al termine di un'interminabile corsa da Maratona ad Atene, prima di cadere esanime. Con quelle due parole Filippide portava un messaggio grandioso: "Gioite, abbiamo vinto!". Le città del Peloponneso avevano difeso la loro indipendenza, dando fiducia ai greci nel loro destino di fondatori della cultura occidentale.
Ecco uno dei motivi per cui la corsa di Filippide è motivo di grande ispirazione: non è una mera fatica, ma porta con sé il grande significato che ognuno di noi vuole conferirle.
Mi vengono sempre in mente gli inglesi di McMillan, che fanno fundraising per la lotta contro il cancro e non mancano una maratona (a parte Vienna, causa vulcano islandese penso) o quei team che conducono al traguardo su un carretto un amico gravemente malato. Arrivano al traguardo ed ognuno di loro sente dentro di sé il χαιρετε, νικωμεν. Proprio per questi pensieri e per quello che sta accadendo ad Atene in questi giorni, mi verrebbe voglia di iscrivermi il 31 ottobre 2010, duemilacinquecentesimo anniversario della battaglia di Maratona, per festeggiare la vittoria di un nuovo corso!